Invalidità tumore al seno e ovarico: riconoscimento importante per le donne

Prospettive importanti per le donne portatrici di mutazioni BRCA1 e 2 che scelgono la chirurgia preventiva

Invalidità riconosciuta alle donne portatrici delle mutazioni BRCA1 e BRCA2 che scelgono la chirurgia preventiva a seno e/o ovaie anche senza aver sviluppato un tumore. Il provvedimento recentemente emanato dall’INPS è un riconoscimento importante e innovativo per le donne che vivono con una sorta di ‘timer’ consapevole:

– per le ricadute psicologiche degli interventi: la consapevolezza di essere portatrici di un rischio genetico provoca non pochi disagi alle donne che pure scelgono di precedere lo svilupparsi della malattia;

– perché fa valutare la disabilità e la malattia da un punto di vista potenziale, quello del rischio genetico di malattia prima del suo svilupparsi.

Come funziona il riconoscimento del tumore: le percentuali

La circolare INPS relativa alla mastectomia preventiva e alla chirurgia ovarica preventiva riguarda le donne portatrici delle mutazioni BRCA1 e BRCA2 che sceglieranno la chirurgia di riduzione o la sorveglianza della malattia. Tutte rientreranno nella condizione di handicap non grave riconosciuto dalla Legge 104.

In seguito, cioè, alle scelte che le donne faranno di fronte consapevolezza del rischio della loro condizione si avranno 3 tipi di riconoscimento di invalidità:

1) Le donne che sceglieranno la chirurgia preventiva vedranno riconosciuta, se lo chiederanno, una determinata percentuale di invalidità civile per la menomazione permanente degli organi rimossi e per lo stress psichico subìto.

2) Coloro che sceglieranno di sottoporsi a chemioterapia preventiva.

3) Le donne con una definita mutazione genetica che sceglieranno la sorveglianza della malattia verranno valutate le ripercussioni psichiche ai fini dell’invalidità.

Novità legislativa e concettuale

La Circolare INPS assume una posizione innovativa rispetto alla Legge 104! Fa infatti rientrare le donne con mutazione BRCA tra le categorie difese poiché possono potenzialmente rientrare in un  “processo di svantaggio sociale o di emarginazione”. Si riconosce cioè una percentuale d’invalidità in base ad un rischio di sviluppare una malattia.

In Italia non ci sono dati certi sulle donne portatrici delle mutazioni BRCA. Sono però attendibili cifre di circa 75-150 mila donne esposte al rischio di sviluppare già sotto i 30 anni tumori al seno, all’ovaio, e all’endometrio, oltre ad altri tumori.

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