Cadute e freddo: anziani a rischio fratture

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Cadute in casa e fuori casa: prestiamo particolare attenzione!

Il rischio di cadute legate all’età è tra le problematiche più comuni, in particolare la frattura del femore. Sono più di 12 milioni gli ultra sessantacinquenni italiani nel 2012 secondo i dati Istat. 
Con il freddo di questi giorni è meglio spostarsi solo in caso di necessità e con prudenza, per evitare le cadute. Il rischio però è anche in casa.
Ogni anno, oltre 3000 persone muoiono tra le mura domestiche a causa di cadute e ogni 10 secondi nelle abitazioni civili si verifica un incidente che richiede un ricovero ospedaliero. Le cadute nell’anziano aumentano con l’avanzare degli anni. Il 35‑40% dei soggetti di età superiore ai 65 anni cade almeno una volta l’anno. L’incidenza risulta molto elevata negli ultrasettantacinquenni: più di un terzo cade ogni anno nella propria abitazione e nel 50% dei casi si tratta di cadute ricorrenti.

Ma quali possono essere le cause delle cadute nella popolazione anziana?

“I fattori che aumentano il rischio di caduta – risponde prof. Evaristo Ettorre, geriatra dell’Umberto I – sono dovuti solitamente a cause relative all’ambiente e a fattori relativi alla persona, ovvero individuali. Tra le concause ricordiamo i pavimenti bagnati e scivolosi, i tappeti, i fili elettrici, le scale ripide senza mancorrenti, i gradini sconnessi, i letti troppo alti o eccessivamente bassi, la scarsa illuminazione, i bagni inadeguati. Tra i fattori individuali, invece, le patologie o comorbidità tipiche del soggetto anziano, quali alterazioni dell’andatura, instabilità posturale, riduzione della vista, riduzione dell’udito, patologie cardiache, sincopi, calzature inadeguate, protesi e ausili non idonei, farmaci. Le cause più frequenti di caduta quindi – secondo il nostro parere – sono quelle ambientali, seguite da disturbi della marcia e dell’equilibrio”.

Ma quanto è frequente la morte dovuta a una caduta?

“Le cadute di per sé sono la quinta causa di morte negli anziani. L’incidente spesso innesca scompensi a cascata (focolai bronco‑pneumonici, decubiti, incidenti vascolari quali trombosi venosa profonda (TVP) ed embolia polmonare (EP), sindrome da immobilizzazione) che sono, in ultima analisi, i responsabili dell’exitus”.

Come si possono dunque prevenire le fratture nell’anziano?

“Le fratture sono presenti, nel 10% dei casi circa, come conseguenza di una caduta. L’anziano, a causa di una maggiore fragilità ossea, è maggiormente a rischio di fratture, specie a livello del femore. Queste costituiscono un grave problema sanitario nei Paesi industrializzati.

La prevenzione delle cadute dunque è la migliore terapia possibile:

  • bisogna agire cercando di modificare i fattori di rischio (ambientali ed individuali),
  • spronare l’anziano ad esporsi alla luce solare (ciò aiuta a garantire livelli adeguati di Vitamina D),
  • fare attività fisica (quando possibile, per un miglioramento delle capacità cardiovascolari),
  • passeggiare almeno per 20 minuti al giorno e mangiare in modo sano (attenendosi in particolar modo alla dieta mediterranea)”.

Quali sono allora i consigli pratici da raccomandare?

“Bastano semplici accorgimenti rivolti soprattutto alle piccole cose della vita quotidiana, come usare un bastone adatto alla propria altezza, anche un quadripode o una stampella non alzarsi mai velocemente dal letto, indossare scarpe adatte con suole non scivolose, non salire su sgabelli o sedie, limitare l’assunzione di alcool, evitare percorsi al buio illuminando adeguatamente la casa, non lasciare cavi elettrici sui pavimenti o tappeti scivolosi. Per strada bisogna fare attenzione a scalini, rampe, scale mobili, superfici irregolari. Ne segue, quindi, che il primo elemento di una significativa prevenzione è la conoscenza degli eventi da modificare o eliminare”.

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