Riconoscimento, tutela previdenziale e detrazioni per l’assistenza famigliare potrebbero trovare finalmente definizione.
Finalmente un Disegno di Legge –il numero 1461/2019– potrebbe ricomporre le richieste di associazioni e sindacati sul riconoscimento del caregiver famigliare. Sono infatti svariate le proposte di legge presentate negli ultimi anni al Parlamento Italiano, ma nessuna ha mai concluso il proprio iter. Il documento, presentato a prima firma Senatore Simona Nocerino, è composto da 11 articoli: accorpa le proposte precedenti –tutte giacenti– e sembra poter procedere piuttosto speditamente verso l’approvazione.
Riconoscimento e definizione del Caregiver: chi è, di chi si occupa
I primi due articoli del DDL 1461 segnano la svolta perché riconoscono esplicitamente il valore sociale ed economico dell’attività di cura svolta da parte del caregiver famigliare. E specificano che:
- l’attività è svolta a titolo gratuito e continuativo
- verso – coniuge o parte dell’unione civile dello stesso sesso o del
convivente di fatto - di un familiare o di un affine entro il secondo grado
- di un familiare entro il terzo grado
- la persona curata deve essere riconosciuta non autosufficiente ai sensi
- della 104/1992
- oppure essere titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n.18”
Chi può essere Caregiver famigliare
Gli articoli 3 e 4 dichiarano che la qualifica di Caregiver Famigliare può essere riconosciuta a un solo famigliare. Questo preclude inoltre agli altri famigliari di godere –per quel famigliare ovviamente– delle agevolazioni previste dall’articolo 33 della Legge 104 del 1992.
E spiegano quali documenti sono necessari per la nomina del Caregiver:
- Atto di nomina del caregiver familiare: sottoscritta dall’assistito, eventualmente tramite videoregistrazione o altro dispositivo se non fosse in grado di firmare.
- Verbale di riconoscimento di handicap grave, ai sensi della Legge 104/92 o di invalidità ai sensi della Legge 11/02/1980.
- Autocertificazione di Residenza in un comune italiano
- Copia del Permesso di Soggiorno in caso di cittadini extra UE
La tutela previdenziale, le esenzioni, le detrazioni per il caregiver famigliare
Il DDL riconosce fino a 3 anni di contributi figurativi equiparati a quelli del lavoro domestico e che possono aggiungersi a quelli eventualmente già versati per altre attività lavorative. Affinché lo Stato riconosca questi contributi, il caregiver deve presentare ogni tre mesi all’INPS la dichiarazione delle ore di assistenza prestate.
L’articolo 6 dà una traccia, da approfondire, dei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) da garantire al caregiver da parte di enti territoriali e ASL per
- sollievo ed emergenza o programmati
- formazione e informazione sulle competenze
- supporto psicologico
- percorsi preferenziali nelle strutture sanitarie per ridurre i tempi di attesa
- tessera di riconoscimento per avere priorità nel disbrigo di pratiche amministrative
- domiciliarizzazione di visite e prestazioni specialistiche
Quanto alle detrazioni fiscali riservate al caregiver familiare, l’articolo 9 introduce la detrazione fiscale del 50% su una spesa massima di 10.000 euro all’anno per attività di cura e assistenza.
Riconoscimenti per chi lavora anche fuori casa
Il DDL 1461 non dimentica, all’art. 7, la casistica di coloro che devono conciliare il lavoro con l’assistenza famigliare. In pratica al caregiver lavoratore verrà riconosciuto il diritto di:
- adattarel’orario di lavoro all’attività di assistenza
- scelta della sede di lavoro più vicine alla casa dell’assistito, ovviamente tra quelle
L’art. 8 infine prevede il riconoscimento dell’esperienza maturata dal caregiver ai fini del reinserimento lavorativo:
- una formalizzazione e certificazione
- come credito formativo per l’acquisizione della qualifica di operatore socio sanitario