Informare, formare, valorizzare: attraverso teoria, pratica e ausili della vita quotidiana.
La Giornata Mondiale delle Persone con Sindrome di Down è sempre più un’occasione per fare buona informazione sulla sindrome stessa, sulle difficoltà che implica per chi ne porta le tracce genetiche e per le famiglie. La parola d’ordine è oggi ‘aiutare l’autonomia’, ben lontana dalla commiserazione e dalla vasta ignoranza diffusa fino a pochi anni fa.
Le difficoltà che gravano su chi è abbia la Sindrome di Down e sulle loro famiglie trovano oggi sostegno in una legislazione inclusiva che favorisce percorsi formativi, di socializzazione e di lavoro –pensiamo alla Legge 68/99– con il collocamento mirato e le assunzioni obbligatorie, e, non ultime, davvero tante produzioni della tecnica che facilitano la vita quotidiana.
Sindrome di Down: falsi miti e luoghi comuni.
Vivono poco, sono tutti uguali, eseguono solo lavori ripetitivi, non possono stabilire relazioni vere, non sanno di avere una difficoltà, hanno genitori anziani…
Sono molti i falsi miti sulle persone con Sindrome di Down e sono riconducibili alla generalizzazione di conoscenze scarse e approssimative.
Come per tutte le persone, non c’è un bambino o un adulto con Sindrome di Down uguale ad un altro. E il suo sviluppo fisico ed intellettivo dipende tantissimo dall’ambiente che lo circonda, dagli stimoli e dalle opportunità che riceve.
Persone normali con bisogni speciali.
Cambiare prospettiva aiuta vedere un ‘problema’ come una sfida da superare con i mezzi teorici e pratici che la propria epoca mette a disposizione. Pensiamo alle esigenze dell’infanzia: nella fase di dentizione quelle dei bimbi iperattivi sono per esempio spesso simili a quelle di bimbi con Sindrome di Down; mentre quelle di cura della pelle sono davvero le stesse e richiedono prodotti igienici specifici per bambini.
Così nella crescita. Un bambino con Sindrome di Down può essere aiutato con posate speciali finché non avrà imparato a usare quelle comuni. E nella crescita potrà indossare un orologio o scegliere una sveglia con maggiori funzionalità.
Lo stesso nell’età adulta. Ci sono a disposizione molti strumenti fitness per tenere allenato il fisico o per aiutare l’ergonomia nella postura della vita quotidiana.
Soprattutto oggi un adolescente e un adulto con Sindrome di Down possono sperimentare progetti per una inclusione che li inserisca davvero nel mondo e nel lavoro e sostenga la loro vita quotidiana e quella delle loro famiglie.