Collare cervicale: doloroso e talvolta inevitabile
Colpo di frusta, ernia o artrosi cervicale, post-operatorio o prevenzione: sono molti i motivi per i quali per periodi più o meno lunghi viene prescritto di indossare un collare cervicale. Convinciamoci innanzitutto che è necessario, anche se fastidioso. Verifichiamo poi con il medico curante la tipologia giusta da acquistare e quante ore portarlo. Infatti non tutti i modelli vanno bene per tutte le patologie e non sempre è necessario indossarlo 24 ore su 24 senza interruzioni.
Per la notte: collare morbido
A meno di prescrizioni specifiche, la notte è consigliabile indossare un collare morbido perché aiuta a mantenere la necessaria stabilità, ma non la rigidità che potrebbe a lungo andare essere controproducente per la muscolatura del collo.
Ecco i fattori da tenere a mente nella scelta del collare cervicale più adatto alla nostra situazione:
- Sagomato o non sagomato – Da verificare con il proprio medico curante e non scegliere in autonomia.
- Tessuto – Preferiamo tessuti traspiranti in maglina elasticizzata di cotone, leggera e confortevole, che permettono alla nostra pelle di respirare anche in caso di uso prolungato.
- Ernia – In caso di necessità, accertiamoci di acquistare un collare per ernia che tuteli in modo specifico il disco intervertebrale che comprime le radici nervose e provoca dolore con il movimento.
- Posizione – Preferiamo una posizione supina, sulla schiena. Permetterà il maggiore scarico di tensione muscolare e il minor dolore notturno e poi diurno.
- Cuscino – Va scelto o eliminato in base all’indicazione del medico, proprio secondo la scelta del collare o anche l’indicazione di dormire senza, ma con cuscini specifici. Ciò che è controindicato e doloroso è non rispettare la curvatura e lo spazio tra il collo e le spalle, che è diversa per ciascuno.
Un promemoria sempre valido, il posizionamento. Il collare non deve stringere eccessivamente e deve adattarsi alla conformazione di collo e viso del paziente.